Loietto – Lolium

Introduzione ai loietti

Il Lolium o Loietto, è una pianta microterma con ciclo fotosintetico C3, che appartiene alla famiglia delle Graminacee e alla sub famiglia delle Poacee.

Le specie Poacee di cui sono composti gran parte dei nostri tappeti erbosi, hanno spesso origini europee, dell’ Asia, del nord Africa e americane e si sono diffuse in tutto il mondo, dove hanno trovato la loro collocazione climatica corretta per specie, come piante naturalizzate.

Il Lolium, come specie da foraggio, già nel XVII secolo, era già ampiamente utilizzato in Giappone, Australia, Nuova Zelanda ed Inghilterra ed è proprio da quest’ultima nazione che abbiamo appreso le prime nozioni utili per la costruzione e gestione di tappeti erbosi.

La Specie Lolium si divide in due grandi famiglie utilizzabili per tappeto erboso, come il Lolium perenne o diploide ed il Lolium multiflorum.

Geneticamente il multiflorum, chiamato anche tetraploide, contiene il doppio dei cromosomi e quindi il doppio dei cloroplasti, laddove avvengono i processi fotosintetici della pianta.

La peculiarità di questa specie è la germinazione, sempre molto veloce e con temperature vicino ai 5 gradi, ha una grandissima tolleranza ai freddi, al calpestio, ma non ai caldi.

E’ spesso, o quasi sempre, utilizzata quindi, per trasemine invernali su campi sportivi o qualche giardino di pregio, dove si desidera avere la massima qualità durante i 365 giorni all’anno.

Tra tarda primavera ed estate, la fanno da padrone nei campi di sola Bermudagrass, dal suo green up in avanti, gestendo al meglio la transizione micro-macro, tra le specie presenti.

Questo permette di avere un campo gestibile e giocabile tutto l’anno, meno ovviamente le tempistiche di preparazione, operazioni e trasemina.

La trasemina del loietto multiflorum avviene principalmente su specie macroterme con ciclo fotosintetico C4, che riflettono tutto il loro splendore in estate, anche a temperature vicine ai 40 gradi: specie molto aggressive come Bermudagrass, Paspalum Vaginatum e quasi mai su Zoysia, (molto lenta nel propagarsi e riparare ai danni meccanici e a chiudere) oppure Stenotaphrum Secundatum, che non tollera bene i tagli bassi.

Bermudagrass o Cynodon, è la specie più utilizzata nello sportivo, dove al tramontare dell’attività vegetativa della pianta, in autunno quindi, viene arieggiata e pulita per far spazio ai semi di Lolium multiflorum, che verrà traseminato e vivrà fino al green up successivo della Bermuda, nella prossima primavera.

Successivamente, tramite ulteriori operazioni al suolo e concimazioni, si spingerà la macroterma a chiudere e coprire nel breve. Gestire le transizioni non è un lavoro semplice e viene eseguita da professionisti, poiché il campo deve essere pronto nel breve, con pause sempre ridotte.           

Lolium perenne e Lolium multiflorum, si sono spesso incrociati  naturalmente tra loro ed è possibile trovare anche ibridi artificiali per mano dell’uomo, sempre a scopo di miglioramento genetico.

 

Il Lolium perenne

 

E’ una specie originaria del continente euroasiatico, ma è stata introdotta e coltivata anche nel nord e sud America, in nord Africa, Nuova Zelanda ed anche Australia.

In questi ultimi due paesi, ad oggi sono presenti alcune delle farm sementiere molto rinomate a livello mondiale.

Tra le essenze impiegabili da tappeto erboso,  è sicuramente quella che ha avuto il più grande impiego e successo iniziale in Italia nell’ornamentale. Mentre, tutt’oggi nello sportivo, è una delle specie più utilizzate in assoluto, consociata alla Poa Pratensis, che spalleggia molto bene il Lolium.

La principale caratteristica del Lolium consiste nell’elevata velocità d’insediamento, che consente  di colonizzare rapidamente il terreno, limitando ingresso di infestanti e fenomeni di erosione del suolo. Nello sportivo professionale, utilizzando anche lampade UV ed impianti di riscaldamento del suolo, germina in tempi davvero incredibili.

Il Lolium dona un altissimo valore estetico al tappeto erboso. E’ una pianta con portamento o habitus cespitoso, con elevata crescita dei culmi eretti verticali, con media-fine tessitura e forma prati con elevata densità e il colore chiaro o scuro, si potrà scegliere in base alla cultivar desiderata.

E’ una pianta che annualmente produce infiorescenze e la propagazione della stessa avviene per seme con una germinazione ed insediamento, come spiegato in precedenza, molto rapido, che può variare tra i 3 e 5 giorni, in base alle condizioni climatiche e umidità.

La dimensione e la forma del seme è simile a quella della Festuca, un pochino più grande con dosi di semina che vanno dai 50 fino ai 70-80 grammi m2.

Pur chiamandosi Lolium perenne, in realtà la pianta ha una vita limitata ed adatta a tappeti erbosi con rigenerazioni più frequenti, come lo sportivo.

In assenza di svariati e continui cambi climatici, sollecitazioni e tagli molto bassi, vive più a lungo e con maggior vigore.

Infatti il Lolium perenne, fornisce le sue prestazioni migliori nelle prime stagioni di crescita, dove esercita a pieno una elevata competitività in condizioni a lui ideali, (come tutte le microterme in primavera ed autunno), ma essendo la specie che tollera meno il caldo in assoluto ( tra festuca e poa pratense), possiamo togliere un paio di gradi dal limite dei 28, dove le piante con ciclo C3 cominciano ad entrare in stati difficoltosi, aggiungendo poi anche la fotorespirazione.

Al contrario invece, è una specie che si adatta in modo ottimale a climi freddi e temperati e predilige luce diretta.

E’ una pianta che, se non tagliata, può raggiungere anche gli 80 cm di altezza. Nell’ambito sportivo, può essere tagliata vicino ai 20 mm, con elicoidale professionale (22mm campi da calcio). Nell’ornamentale può essere tagliata sui 40 mm e possono essere corretti anche con rotativo, alzando l’altezza nei momenti antecedenti e durante gli stress abiotici, sempre garantendo comunque un buon ricircolo d’aria tra le foglie.

Tagli sotto i 20 mm, degradano la pianta con seri problemi di longevità e vita del prato, visto che rimane troppa poca superficie fogliare, poca radice e la corona si riduce in maniera marcata.

In alcuni casi, in USA soprattutto, si è sceso volutamente sotto la soglia di taglio dei 20 mm, tramite scelte ponderate di cultivar specifiche, in sostituzione di Agrostis nei green e notevole risparmio in termini economici. Vengono inserite comunque a budget, trasemine generose e continue.

Il Lolium perenne, si presta molto bene all’effetto striping, ovvero alle strisce di colore chiaro e scuro che si possono vedere soprattutto nello sportivo e vengono eseguiti con rullo posteriore del macchinario da taglio che piegano l’erba in un senso e poi nella striscia adiacente, in quello opposto.  

E’ da considerare comunque che, aumentando l’altezza della foglia, crescerà pure la biomassa ipogea (radici). Bisogna quindi considerare bene questo aspetto durante la stagionalità. Gestire correttamente l’altezza di taglio durante l’anno è molto importante e si rispecchierà, sulla salute del manto erboso.

Ryegrass (Lolium) predilige assolutamente ambienti molto drenanti, sabbiosi, quindi il suo impianto è consigliato su substrati pensati ad ospitare questa specie, con capacità di campo importanti ma altresì ben fertilizzati, in quanto se non riceve abbastanza nutrizione, perde gran parte del suo valore estetico e delle sue performance e in uno stato difficoltoso, ne sarà difficile il recupero nel breve.

Solo in particolari momenti dell’anno come in primavera o autunno, soprattutto con temperature favorevoli alla pianta, può tollerare brevi periodi di ristagni, ad esempio a cause di piogge intense e prolungate, ma questo aspetto può venir meno in estate quando le patologie che possono scatenarsi sono molto aggressive e devastanti, trovando una pianta già in difficoltà a causa del calore.

Non ha un’estensione radicale particolarmente profonda, non è di certo una festuca arundinacea con il suo apparato ben sviluppato, ma neppure una poa pratense. E’ importante gestire bene le irrigazioni, soprattutto in estate, quando la pianta presenta problematiche legate alle temperature, irrigando abbondantemente ai primi segnali di stress idrico.

E’ una pianta da pieno cool season grass, Ryegrass, adattata anche in transition zone, possiede un’ottima tolleranza al calpestio e all’usura, media tolleranza all’ombreggiamento (in generale, più della Poa e un pochino meno della festuca) e non sopporta salinità, siccità ed alte temperature, che indeboliscono la struttura vegetale ed è così più facilmente attaccabile.

Sono preferibili semine autunnali, per completare la maturità della pianta prima dell’estate successiva, semine primaverili o tardo primaverili, sono più che rischiose e spesso fallimentari, in caso di calure improvvise ed estati anticipate.

E’ bene programmare e gestire al meglio il periodo antecedente alle estati, preparando e stimolando  la pianta nello sviluppo radicale con leggeri stress idrici, facendola recuperare nel breve e fornendo possibilmente prodotti organici liquidi radicali e fogliari, taglio costante per favorire l’accestimento laterale, molto più pronunciato nelle cultivar di ultima generazione, che nelle vecchie.  

Il Lolium perenne, è una pianta che si trova sia in mix con Poa pratensis, Festuca arundinacea,  Festuca rubra e anche in purezza.

Si trova a suo agio in aree soleggiate, in quanto predilige esposizioni con luce diretta, sempre tenendo conto della zona climatica, ma è possibile trovare il Lolium, anche in mix da ombra o mix misti, in parte per sfruttare la sua veloce germinazione e insediamento, evitando parzialmente insediamento di malerbe, in parte per merito della sua media tolleranza all’ombreggiamento, mediando le tempistiche della festuca rubra che è molto lenta,  in fatto di  germinazione.

Il Loietto e la Poa pratensis, è un mix d’indiscusso valore estetico e può essere considerato il migliore sul mercato. Infatti, sono utilizzate nello sportivo, campi da calcio, rugby e come collare nei green da golf che con taglio basso per entrambe, una nutrizione simile e la foglia fine, formano un matrimonio perfetto.

Un mix comunque non semplice da gestire ed insidioso nelle problematiche, in quanto substrato, drenaggio e gestione, deve essere compatibile con le esigenze delle piante, in quanto non è un mix a bassa manutenzione e gestione, ma tutto l’opposto.

Entrambe sono piante che pretendono svariate operazioni annue, concimazioni costanti, tagli frequenti, possibilmente con macchine dedicate, per esaltare la bellezza del mix.

Il Loietto perenne in Italia, è raramente seminato in purezza in quanto comporterebbe una gestione ancora più complicata del mix indicato sopra. Si trova facilmente  in purezza ed usato comunque per rigenerazioni veloci, con effetto e scelta sempre da valutare prima dell’impianto.

Utilizzato molto spesso anche per inerbimenti veloci, che però senza la corretta gestione, hanno vita breve.

Climi di montagna o sopra una certa quota o altitudine, con massime estive di 28 gradi, sono favorevoli a questa specie, abbinata magari ad una Poa pratensis e a delle festuche fini, per resistere al meglio in inverno, quando si scenderà sotto lo zero termico.

La gestione di un tappeto erboso contenente alte percentuali di Lolium perenne, ad uso sportivo, è molto intensiva, per via dello sfruttamento del campo, dei danni meccanici, calpestio intenso e rigenerazioni frequenti. Anche in un tappeto erboso ornamentale vanno osservate regole di buona, anzi ottima, gestione, per conservare il manto in salute.

  • Sfeltrature obbligatorie di pulizia e bucature, per favorire la corretta proporzione delle porosità al suolo più volte all’anno.
  • Azoto da favorire nei giusti dosaggi, che può variare dai 3 anche fino a 5 grammi m2 al mese, in base all’utilizzo dell’area e dallo sfruttamento, nei periodi di piena attività vegetativa, facendo costantemente valutazioni sulla richiesta da parte della pianta, per evitare di esagerare ed aumentare la suscettibilità alle patologie.
  • Nei periodi di quiescenza, d’estate e d’inverno, limitare l’utilizzo di concimazioni e mai a pronto effetto, per non creare richiami d’acqua all’interno della foglia, che può essere attaccata e perforata con più facilità, ma lavorare a pianta sostenuta con prodotti organici e corroboranti.
  • E’ importante altresì arrivare in estate in piena salute, nutrita in maniera adeguata, in modo da far fronte ad eventuali problematiche, come stress biotici e abiotici.

Le patologie più devastanti per il Lolium sono Microdochium Nivale, Typhula incarnata, Pythium Blight e Gray Leaf Spot e derivano spesso da una cattiva o non oculata gestione dell’acqua e dell’azoto, ristagni idrici e mancata o scarsa gestione precedente. Queste ultime due patologie, indicate attualmente, non hanno attualmente fungicida specifico di controllo registrato su tappeto erboso purtroppo, mentre per Microdochium, con patentino abilitante si trova il corretto principio attivo. Il Loietto è comunque suscettibile alle più comuni patologie come Rhizoctonia Solani o Cerealis, Ruggine, Leaf Spot e Filo Rosso.

La storia del loietto in Italia

 

Fino agli anni ’90 – 2000,  le specie da tappeto erboso microterme, presenti nel nostro paese, erano limitate a  Lolium, Agrostis, e Poa pratensis. Le cultivar presenti erano molto ridotte e le informazioni di costruzione e gestione dei tappeti erbosi, derivavano da fonti inglesi.

In Italia si prendeva quello che arrivava e il canale americano, era debole e non ancora sviluppato.

Le vecchie cultivar di Loietto avevano il problema di non accestire molto e crescere solamente in altezza. Capitava quindi, di non tagliare il prato e vedere differenze di altezza tra le specie presenti nel mix seminato. Dove cresceva di più si poteva notare il Lolium perenne con disomogeneità visive importanti. Ad oggi, alcune di queste varietà, sono ancora in commercio nei mix di basso costo e bassissima resa.

Negli ultimi 20 anni il Loietto è stato letteralmente sostituito nei tappeti erbosi ornamentali da una specie che ha colonizzato il mercato delle sementi.

Parliamo della Festuca Arundinacea, dalle varietà turf-type in poi, una pianta microterma con un apparato radicale molto più sviluppato, una pianta a bassa manutenzione, bassa richiesta idrica, che con i miglioramenti genetici ad oggi, ha permesso di avere la foglia fine, colore scuro, accestimenti laterali importanti (aggressive tillering) e tolleranze maggiori alle patologie. Tutte qualità che hanno fatto preferire la Festuca al Lolium, compresa tolleranza ai caldi estivi, con un occhio sempre al cambiamento climatico e alle temperature che negli anni sono cresciute di qualche grado.  

L’interesse per il Lolium nei tappeti erbosi ornamentali è stato quindi messo da parte, mentre e  aggiungo per fortuna, lo sportivo ha sempre avuto bisogno di questa specie, cosa che ha permesso  di investire in miglioramenti genetici anche nel Loietto.

Ad oggi, le nuove varietà non sono più i Lolium di vent’anni o trent’anni fa, sono completamente altre piante.

Hanno perso il fastidioso vizio della sola crescita verticale, accestiscono molto bene, chiudendo gli spazi laterali.

I miglioramenti genetici hanno permesso di produrre piante anche pseudo-stolonifere, con portamento prostrato, che permettono di avere una maggior biomassa, per resistere a stress abiotici importanti e migliori nel recupero. E’ stata parzialmente migliorata la tolleranza al caldo ( rimane sempre un Loietto), l’accestimento, la foglia molto fine e ad oggi, sono presenti moltissime varietà molto performanti, che stupiscono in performance e quasi non si riconoscono con le vecchie varietà.

Ad oggi, molte aziende, propongono i nuovi loietti nei mix di microterme, sostituendo il 90/10 (Festuca arundinacea e Poa pratensis) in 80/10/10 (con il 10% di Lolium).

Il miscuglio 90/10,  ha fatto da padrone,  ma inserendo una piccola quantità di Lolium, si può beneficiare in termini di qualità estetica, soprattutto invernale, quando la Festuca arundinacea entra in crisi a basse temperature.

Oltre l’aspetto estetico, bisogna valutare positivamente anche una maggiore biodiversità all’interno dell’area, che ci permette di avere un tappeto erboso più forte in termini di resistenza biotica. 

E’ sempre molto importante in caso di semina e trasemina valutare attentamente le varietà da inserire nel proprio spazio, poiché tra le cultivar proposte nel mercato, può esserci davvero un abisso in termini di resistenza e resilienza.

Scegliendo quindi le corrette varietà, si migliora la vita del manutentore, la gestione e la qualità del nostro manto erboso.

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