LA GESTIONE DI UN TAPPETO ERBOSO DI MICROTERME IN ESTATE

Come ben sappiamo le graminacee microterme, crescono al meglio con temperature dell’aria comprese tra i 15 e 25 gradi e con temperature del suolo tra i 15 e 20 gradi.

Quando siamo in piena estate, con temperature maggiori di 28/30 gradi, i processi fotosintetici rallentano parecchio e perdono di efficacia, l’attività enzimatica aumenta eccessivamente e con essa anche la respirazione.

Le piante microterme quindi, faticano sempre più a metabolizzare l‘anidride carbonica presente nell’aria a scapito di una sempre più ridotta crescita fogliare e radicale;  Inoltre, l’eccessiva respirazione notturna, aumenta il consumo degli zuccheri di riserva.

Il tutto si traduce in un grave stress che porta inevitabilmente a rallentare il metabolismo della pianta ed entrare nel processo dispendioso e non benefico di fotorespirazione, comune alle piante con ciclo foto sintetico C3 a temperature troppo elevate.

Per minimizzare al massimo, tutte queste problematiche, possiamo attuare dei piccoli accorgimenti, per far sì che la pianta microterma, sia meno stressata possibile, durante il caldo:

 

IL  TAGLIO

 

Alzare l’altezza di taglio è una pratica molto importante. Questo perché le specie microterme, avranno a disposizione più foglia possibile, per ottimizzare il processo fotosintetico ed aumentare  la traspirazione, in modo tale da dissipare al massimo il calore in eccesso.

Inoltre, alzando l’altezza di taglio, possiamo consumare anche meno acqua  perché l’erba alta farà molta ombra al terreno e di conseguenza si scalderà di meno il suolo.

 

Altro vantaggio, riguarda le malattie fungine.

 

 Come sappiamo, le IFE fungine, si propagano tra la foglia ammalata e quella sana, quindi se la distanza tra le foglie è piccola (taglio basso), la malattie si propaga con più velocità, rispetto ad un taglio alto, dove le foglie sono più distanti tra loro.

Altra variabile da tenere in considerazione è avere la lama del rasaerba sempre ben affilata, in modo tale da aver sempre un taglio netto.

Se il taglio è tipo a “strappo”, oltre il danno estetico, la cicatrizzazione della foglia avviene in tempistiche più lunghe e non in maniera omogenea, i patogeni trovano quindi una via facile per attaccare la pianta.

Evitare la pratica di ‘’scalping’’ che procura grande stress al prato già arrancante per le alte temperature, ovvero rispettare la regola di 1/3, quantificata come misura massima di foglia da tagliare ad ogni rasata.

In caso si superi il terzo della foglia, sarà necessario aumentare la frequenza di taglio, mantenendo comunque l’altezza corretta compatibile con la specie e temperature estive.       

 

Un consiglio utile, per affilare la lama del rasaerba è di NON utilizzare la mola, perché andrebbe a scaldare troppo la lama che con il tempo si usurerà più in fretta.

 

Utilizzare invece la pietra d’india che agisce in maniera molto più delicata e senza rovinare la lama mantenendo costante il filo, utilizzandola più spesso.

 

Inoltre è buona norma cercare di cambiare il verso di taglio, in modo tale da non compattare sempre le stesse zone e creare i presupposti per una asfissia radicale.

 

L’IRRIGAZIONE

 

E’ bene installare o far installare da un professionista un impianto di irrigazione interrato, con centralina automatica.

A tale impianto ogni anno deve essere effettuata manutenzione e pulizia o sostituzione delle testine in modo che sia sempre pronto in maniera efficiente.

Gli impianti non eseguiti a regola dell’arte portano inevitabilmente a problematiche che si accentuano nei mesi più caldi con zone irrigate troppo, quindi con possibili marciumi e malattie e zone irrigate troppo poco, con disseccamenti e morte del tappeto erboso.

Arrivare in estate con un impianto d’irrigazione performante e tarato è obbligatorio e scongiura molte delle problematiche comuni.

 

Regolare in maniera ottimale la quantità d’ACQUA.

 

Ne tanta, ne poca, ma soprattutto, eseguire  irrigazioni al mattino presto, per dar modo alla foglia di asciugarsi e non restare bagnata durante la notte, per evitare il pericolo della comparsa di malattie fungine.

 

Un prato di microterme in media può consumare dai 30 ai 40 mm di acqua settimanalmente che vanno dosate sempre con irrigazioni abbondanti e pause tra un’irrigazione e l’altra.

Evitiamo quindi di irrigare tutti i giorni, soprattutto su terreni argillosi che trattengono molta acqua, valutare invece su sabbiosi dove andrà ridotta la quantità irrigua e aumentata la frequenza.

 

Importante far asciugare prima di procedere ad una nuova bagnatura, valutando sempre il proprio suolo, ricordiamoci che la pianta ha comunque meccanismi di difesa per difendersi dallo stress idrico ma non meccanismi di difesa per la troppa acqua.

 

L’utilizzo di umettanti è molto consigliato, in quando permette una miglioria nella gestione idrica, ottimizzando l’utilizzo, la percolazione dell’acqua e la sua distribuzione, talvolta anche laterale nel profilo del suolo, apportando anche aria tramite molecole idrofobiche e mantenendo la corretta idratazione.

 

Per approfondire il tema irrigazione, vi rimando all’articolo seguente: https://pelizzari.it/irrigazione-del-prato/

 

LE CONCIMAZIONI

I concimi granulari da utilizzare, sono sempre quelli specifici per il tappeto erboso, quindi a lenta cessione o meglio ancora a cessione programmata nel periodo estivo.

In questo caso, possiamo utilizzare concimi che abbiano al proprio interno, una percentuale di potassio più alta, rispetto ai concimi di spinta che si utilizzano generalmente in primavera.

Per esempio 14-0-24 o anche un concime equilibrato azoto/potassio, può essere distribuito prima dell’arrivo del caldo o dato a dosaggi piccoli, ma ripetuti con più frequenza, durante l‘estate come un 17 0 16.

Il potassio infatti, aiuta molto il tappeto erboso durante gli stress abiotici, perché migliora la resistenza al calpestio, favorisce la crescita dell’apparato radicale e in generale rende il tappeto erboso più resistente agli squilibri idrici e termici.

 

Da evitare sono concimazioni a pronto effetto e sbilanciate sull’azoto.

 

Un’altra tecnica molto efficace che si può utilizzare durante l’estate riguarda  le concimazioni fogliari.

Con le alte temperature del suolo la pianta difficilmente riesce ad assorbire i nutrienti, come i concimi granulari, al contrario, la foglia è molto più reattiva e riesce ad assorbire meglio i micro e macro elementi con un effetto immediato.

Si ha in questo caso, una nutrizione costante del tappeto erboso, che si basa essenzialmente sul POCO MA FREQUENTE, che permette quindi, di non abbuffare, ma di far fare dei piccoli “SPUNTINI” al vostro tappeto erboso. In questo modo, lo si va a stressare molto meno, rispetto ai concimi granulari, che oltretutto andrebbero ad aumentare il grado di salinità del terreno, in un momento della stagione molto critico.

Oltre ai famosi macroelementi (azoto e potassio e fosforo), si possono anche utilizzare dei osmoprotettori, aminoacidi, alghe brune e tutti quei prodotti che migliorano la tolleranza al caldo (biostimolanti).

Utilizzare ad esempio un liquido NK 11 0 11 ogni 15 giorni a partire dai primi caldi, permette di mantenere nutrizione e tono, abbinato o alternato  ad  un 3 0 5 di origine organica vegetale sfruttando gli amminoacidi levogiri, quindi disponibili al suo interno.

Un composto con Silicio fogliare, aiuterà nella cicatrizzazione della foglia post taglio, mentre il ferro chelato manterrà un buon colore, catalizzando il processo di formazione della clorofilla.

In caso di piccoli problemi o per aumentare la protezione generale contro i raggi UV è possibile utilizzare anche un foto protettore o  pigmento colorato, che oltre a nascondere alcune imperfezioni diminuiscono drasticamente l’irraggiamento, diminuendo lo stress ossidativo.

 

Per somministrare questi prodotti fogliari, è sempre consigliato agire alle prime ora del mattino a foglia asciutta, dove la foglia ha maggior potere di assorbimento e con il prato ben idratato e di non irrigare e non tagliare, per almeno 24 ore dal trattamento, per non dilavare via i nutrienti.

Oppure di tardo pomeriggio, al tramonto, sempre a foglia idratata e mai in stress idrico.

 

CONTROLLO DELLE  MALATTIE FUNGINE

Viviamo in una zona detta di TRANSIZIONE, dove purtroppo in estate fa molto caldo e in inverno fà molto freddo.

La malattia fungina, è intesa come il risultato di un’interazione di  tre fattori principali che sono:

 

Il PATOGENO (sempre presente)

L’OSPITE (il tappeto erboso in questo caso)

L’AMBIENTE (temperatura, umidità, bagnature fogliari etc)

 

Se il patogeno, incontra un ambiente favorevole per lui, la malattia si innesca, per un periodo che può essere più o meno lungo a seconda se le condizioni ambientali si protraggono per molto tempo.

Quello che noi possiamo fare è far si che l’ambiente che circonda il patogeno, sia per lui il più ostile possibile, visto che è l’unica cosa che l’uomo può controllare, tramite delle semplici pratiche agronomiche, che riassumiamo in questi punti:

 

– Eliminare il FELTRO in eccesso. I funghi, implicati nelle patologie del tappeto erboso, appartengono in gran parte, alla classe dei SAPROFITI, ovvero dei degradatori . Il fungo trova nel feltro, l’ambiente più idoneo per la sua sopravvivenza e siccome il tappeto erboso produce sostanza organica, come in questo caso il feltro, se questo si accumula sullo strato superficiale del manto erboso, in quantità enormi (oltre il cm), può far scaturire la malattia. Ecco che non far accumulare molto feltro, è un buon passo in avanti, per evitare le malattie fungine. Quindi arieggiature o scarifiche, unite al top dressing, prima dell’arrivo del caldo, sono consigliate.

In particolare il top dressing è una pratica molto poco conosciuta, ma che in realtà è molto efficace nel contenere e degradare il feltro, durante la stagione estiva.

A tal proposito, è consigliato fare un leggero top dressing, con inerti, come la sabbia silicea, lavata, vagliata, con basso contenuto di carbonati, con alto contenuto di silicio e con granulometria 0.2-2 mm.

Si consiglia di aggiungere sabbia silicea, per uno spessore al massimo di 2/3 mm. Per quantità maggiori, si dovrà inevitabilmente, utilizzare una rete keystone o qualche strumento per livellarla e poichè la sabbia ha gli spigoli non arrotondati (a meno che non si usi sabbia con contenuto in % di silicio molto alta, che hanno spigoli arrotondati), andremo a creare delle micro ferite alle foglie. Quindi il nostro consiglio è fare al massimo 2 mm di spessore in primavera e altri 2 mm dopo l’estate.

 

– Avere un apparato radicale il più PROFONDO possibile, importante soprattutto nei stress estivi. Quindi, concentrarsi soprattutto in autunno, che è il periodo migliore per far sviluppare le radici.

 

– Regolare bene la quantità di AZOTO che si somministra al prato durante l’anno, in termini di dosi e tempistiche. Le malattie estive e invernali, derivano anche dall’eccessivo apporto di azoto, soprattutto se il prato è giovane. Cercare di evitare eccessivi picchi di crescita durante l’estate, in modo tale da non far mandare in stress la pianta (soprattutto se disidratata). Quindi sono consigliati concimi a lenta cessione e di evitare assolutamente concimi a pronto effetto, soprattutto se presente azoto nitrico.

 

– Come abbiamo già accennato, regolare bene la quantità d’acqua. Nè tanta, nè poca. Ma soprattutto, fare le irrigazioni al mattino presto, per dar modo alla foglia di asciugarsi e non restare bagnata tutta la notte. Quindi irrigazioni non tutti i giorni, ma bensì, ove possibile, con delle pause tra una irrigazione e l’altra.

 

– Cercare di avere un terreno abbastanza drenante, evitando quindi i ristagni idrici. Questo si può fare con apporti di sabbia durante le carotature o con l’aiuto degli agenti Umettanti/surfattanti, in modo tale da avere il giusto equilibrio aria/acqua nel terreno ed eliminare gli eccessi di acqua che si potrebbero formare alla base della pianta, soprattutto quando, durante l’estate, ci sono molte piogge. Gli agenti umettanti, essendo biodegradabili ad opera della carica batterica presente nel terreno, andrebbero utilizzati con più frequenza in estate, visto che i microrganismi, con l’umidità e le alte temperature, sono molto più attivi, andando a degradare quindi più velocemente l’agente in questione. Quindi in estate, anche 2 volte al mese, mentre nei mesi meno caldi, 1 volta al mese, all’incirca. Resta ovvio, che in fase di costruzione del top soil, l’apporto di sabbia è un buon punto di partenza.

 

– Eliminare la RUGIADA al mattino presto (la guttazione è quella più deleteria perché fornisce cibo al fungo), tramite piccole irrigazioni o passare uno scopettone/frusta per far cadere le gocce dalle foglie. In alternativa ci sono prodotti umettanti, che se distribuiti sulla foglia, fanno scendere le gocce di rugiada sul terreno, tenendola asciutta per qualche giorno.

Mentre in pieno giorno, si possono sempre fare piccole irrigazioni (1 o 2) di pochissimi minuti, per raffrescare momentaneamente il tappeto erboso, durante le ore più calde.

 

– Utilizzare prodotti FUNGISTATICI (detti anche induttori di resistenza) in prevenzione, come il fosfito di potassio o prodotti a base di rame e ferro e zinco e manganese, da utilizzare prima e durante gli stress abiotici o utilizzare prodotti a base di bacillus subtilis, che sono dei batteri antagosnisti, che aiutano molto nel contrastare i patogeni nocivi per il tappeto erboso.

Per approfondire la questione malattie fungine, vi rimandiamo al seguente link: https://pelizzari.it/malattie-del-prato/

CONTROLLO INFESTANTI:

Purtroppo, oltre al caldo, arrivano anche le infestanti estive (fra tutti la gramigna e il pabbio).

Per minimizzare la nascita delle malerbe, è importante agire e lavorare in prevenzione, prima dell’arrivo dei caldi, cercando di avere un prato in salute e molto fitto.

Prestare molta attenzione alla loro presenza, cercando di rimuoverle manualmente, avendo cura di togliere anche le radici. Cercare di non utilizzare degli erbicidi selettivi, per non stressare ulteriormente il tappeto erboso, durante l’estate.

Per approfondire la questione, vi rimandiamo al seguente link: https://pelizzari.it/erba-infestante/

CONTROLLO PARASSITI:

Monitorare attentamente la presenza di eventuali larve radicivore (nottue, maggiolini, tipule e popillia japonica) sotto al prato. Le larve, si nutrono delle radici del tappeto erboso e lasciano la pianta morire, poichè non riesce più ad assorbire acqua e nutrienti dal suolo.

Possiamo ipotizzarne la presenza, se corvi o uccelli, si poseranno sul tappeto erboso e scavando con il becco, lasceranno delle zone molto rovinate, perché sentono la presenza di larve nel sottosuolo.

Se notate quindi, chiazze irregolari, di prato secco, durante l’estate, provate a tirare verso l’alto i ciuffi d’erba e se questi non oppongono resistenza, vuol dire che siamo in presenza di larve.

La miglior lotta, contro questi parassiti, è senza dubbio la PREVENZIONE.

Esistono microrganismi, in libera vendita, che possiamo inserire all’interno del nostro prato e che hanno il compito e la funzione di parassitizzare il nostro ospite.

Si tratta di funghi entomopatogeni, come il Beauvaria bassiana e Metarhizium anisopliae, che sono tra i nemici naturali più efficaci nelle pratiche di lotta biologica agli insetti degli agroecosistemi.

Altri prodotti a base di Bacillus thuringiensis o prodotti a base di nematodi, danno ottimi risultati, se utilizzati in prevenzione o sotto attacco larvale.

Per il controllo chimico, molto efficace anche in prevenzione, è l’utilizzo di prodotti a base di chlorantraniliprole.

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